Sabato 13 marzo 2010, ore 10,00, presso la Sala della Comunità in viale Betelli 1, a Dalmine
Presentazione dei volumi:
Dalmine: l’azienda, i lavoratori, il territorio. La pastorale di fronte alle nuove realtà del lavoro. Rapporto di ricerca.
A cura di Dario Nicoli
Il volume propone i risultati di una ricerca volta a cogliere gli
elementi più significativi dell’attuale situazione socio economica e
culturale del territorio di Dalmine, con particolare attenzione ai
cambiamenti che concernono il mondo del lavoro.
Nella stagione iniziale (1907-1060) si coglie innanzitutto l’iniziativa
dell’azienda mentre in un secondo tempo emerge il ruolo degli enti
locali nel disegnare un esempio riuscito di company town
(città-impresa); nella stagione intermedia (fino alla metà degli anni
‘90) è comparsa in forma rilevante la dinamica sindacale, mentre nella
stagione attuale (dalla seconda metà degli anni ’90 ad oggi) si assiste
ad una frammentazione del mercato del lavoro che porta con sé una
problematica di coesione sociale e di formazione del’identità delle
persone.
Il pericolo dell’individualismo e dell’implosione sociale si supera
tramite un’opera educativa e culturale centrata sull’etica del lavoro e
l’etica della comunità. È in questo quadro che la Chiesa può svolgere
la sua indispensabile opera pastorale.
Le campane e la sirena. Le comunità parrocchiali di Dalmine nelle trasformazioni del lavoro e del territorio: 1909-2009
A cura di Claudio Pesenti, Valerio Cortese, Enzo Suardi
La sirena (“ol córen”) dello stabilimento, che per decenni risuonava
tre volte prima dell’inizio di ogni turno di lavoro, ha smesso di
suonare dal gennaio 1990.
Le campane delle chiese suonavano già prima dell’avvio della fabbrica (1909) e continuano a farlo ancora oggi.
Eppure le ricostruzioni storiche su Dalmine hanno posto l’attenzione
sulla centralità dell’azienda, considerata, al più, come luogo
privilegiato della classe operaia. In primo piano sono stati posti gli
edifici promossi dall’impresa nel progetto di “città aziendale”,
relegando la zona comunale restante nell’anonimato.
Queste descrizioni, che guardano solo alla fabbrica e agli ultimi cento
anni, non aiutano a cogliere la complessità (7 quartieri) di questa
città.
Il libro assume come punto di vista quello del territorio e si pone i seguenti obiettivi:
far emergere la pluralità delle storie sottese al comune
artificiosamente creato nel 1927; delineare un breve profilo di persone o
vicende che hanno aiutato il territorio a riconquistare una propria
autonomia; evidenziare il contributo della “Chiesa che è in Dalmine” nel
cammino che la città sta compiendo per darsi una nuova identità.