La Città di Dalmine e la Consulta delle Realtà Sociali e del Volontariato Dalminese, in occasione dell’apertura della Festa delle Associazioni del 24 e 25 settembre 2011, invitano tutti alla presentazione del libro:
“Dalmine: dal leone al camoscio. Storia di cinque comuni e uno stemma”
a cura di Claudio Pesenti, Valerio Cortese ed Enzo Suardi
Venerdì 23 settembre 2011, ore 20,45
Sala del teatro Civico, Via Kennedy, 3 – Dalmine (Bg)
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Coordinano la presentazione:
– Gianluca Iodice (Assessore alla cultura e alle tradizioni della Città di Dalmine)
– Stefano Pontillo (Presidente della Consulta delle Associazioni Dalminesi)
“Lo stemma vuol rappresentare l’unità di un comune, che in Dalmine però si fatica a cogliere.
Per capirne le ragioni bisogna tornare al momento in cui avvenne l’unificazione nel 1927.
Il podestà era un dipendente della “Dalmine”, che favorì l’azienda senza
preoccuparsi delle istituzioni che da secoli governavano e
rappresentavano il territorio.
La nuova identità aveva al centro l’azienda e la “città greppiana”,
imponendo un modello centro/periferia in cui le altre comunità erano
abbandonate a se stesse.
Nel secondo dopoguerra le Amministrazioni comunali ebbero difficoltà a
riequilibrare la precedente impostazione, favorendo la periferia. Negli
anni 1948-52 fu promossa la realizzazione di uno stemma che doveva
diventare simbolo di unità dell’istituzione nata dalla fusione di tre
comuni.
Per fare questo si cercò di recuperare la storia precedente, ma le
conoscenze sui centri che componevano Dalmine erano scarse. Dallo stemma
dei Camozzi si ricavarono alcuni elementi che, insieme con la torre,
ricordavano che i centri dalminesi erano attivi non solo in età moderna,
ma già nel medioevo.Oggi disponiamo di maggiori conoscenze storiche che
permettono di cogliere i limiti dell’emblema adottato e di proporne un
cambiamento.La rilettura storica ha implicazioni anche sul presente. In
documenti comunali si usa, per leggere Dalmine e le sue dinamiche, la
definizione di “città diffusa”, concetto che presuppone un centro che si
è andato via via sviluppando. Dalmine è invece una “città plurale” come
storia e “policentrica” dal punto di vista urbanistico.
Il ruolo e i compiti del comune nel tempo si sono ampliati, tanto che la
riforma istituzionale del 1999 riconosce ai comuni il ruolo di
fondamenta dello stato italiano.”